"A scrivere il brano furono Depsa, Iodice e Di Francia: allora erano molto giovani, ma già con un notevole intuito. Credevo molto in loro, li facevo lavorare nel mio ufficio: all'epoca non era facile trovare autori, perché con il successo dei cantautori tutti volevano cantare i propri brani. A fare l'arrangiamento della canzone fui io: è difficile che mi affidi ad altri, preferisco cucirmi il vestito da solo..." spiega Peppino Di Capri. "Nella versione originale il pezzo era suonato dai Rockers, il gruppo di musicisti che mi ha sempre accompagnato, fin dall'inizio della mia carriera - anche se naturalmente con dei cambiamenti di organico. Tant'è vero che quelli di 'Champagne' li chiamavo i "New Rockers". "Quando sentirono il brano, alla casa discografica ne furono entusiasti, ma mi dissero: "Questo potremmo farlo fare a Charles Aznavour, ne farebbe un grande successo". Io sarei stato semplicemente l'editore. Sulle prime accettai, però quando qualche mese dopo partecipai a Canzonissima mi ritrovai in finale, cosa che mi prese un po' di sorpresa. A quel punto bisognava scegliere una canzone forte, giocarsi il tutto per tutto. Perciò, decisi di tentare: 'Ma quale Aznavour, questa la faccio io!'... 'Champagne' giunse quinta: vinse Gigliola Cinquetti, con 'Alle porte del sole'. Tutti mi dissero: 'Oh, che peccato... Pensavamo che potesse andare meglio'. Ma io sentivo che il meglio doveva ancora venire... Forse è anche giusto che succeda così per brani che hanno uno stile classico, non legato ad un ballo o a una moda che può divertire per una sola estate e poi venire a noia. Anche all'estero è uno dei pezzi, insieme a 'Roberta', che mi chiedono di più". La canzone è firmata da Salvatore De Pasquale (in arte "Depsa"), Sergio Iodice e Mimmo Di Francia. "Sono tre autori che lavoravano con me, nel mio ufficio", dice Peppino Di Capri, che nella sua carriera ha vinto il suo secondo Sanremo proprio grazie a Depsa e Iodice. Sono loro infatti a firmare "Non lo faccio più", che si aggiudica il festival del 1976. Sempre insieme a Di Francia, invece, Depsa e Iodice nel 1977 permettono a Fred Bongusto di ottenere un discreto successo con "Balliamo", un classico dei pianobar come "Champagne". A partire dagli anni '80, Peppino Di Capri privilegia il rapporto con De Pasquale (attualmente autore di trasmissioni televisive alla Rai), col quale scrive altri brani presentati a Sanremo: "Tu cioè" (1979), "Il sognatore" (1987), "Evviva Maria" (1990). Peppino di Capri (alias Giuseppe Faiella) è nato a Capri nel 1939. Giovanissimo, canta per le truppe USA di stanza sull'isola, e familiarizza con le sonorità anglo-americane dell'epoca. All'inizio della sua carriera inanella una serie di successi impressionante: tra questi, "Malatia" (il debutto, del 1958), "Voce 'e notte", "Roberta", "Speedy Gonzales", "Let's twist again", "St. Tropez twist", "Don't play that song". Negli anni '70 il suo repertorio si riavvicina alla melodia italiana: nel 1973 vince il suo primo Festival di Sanremo con "Un grande amore e niente più" e propone a Canzonissima quello che risulterà uno dei suoi maggiori successi, "Champagne". Consolidato il suo successo come "crooner" italiano (è richiestissimo dal vivo), si fa notare anche nelle "occasioni che contano", in particolare a Sanremo: nel 1976 vince nuovamente Sanremo con "Non lo faccio più"; nel 1987 ottiene un lusinghiero successo con "Il sognatore", nel 2001 inaugura una nuova fase della sua 40ennale carriera con il brano "Pioverà", ricco di suggestioni etniche. Dal 1958 (anno in cui ha esordito con "Malatia") al 1963 (anno di "Roberta"), Peppino Di Capri è un'autentica star della musica italiana. Pochi come lui riescono a conciliare la tradizione napoletana ("I' te vurria vasà") con le novità del rock'n'roll e del twist (l'indimenticabile "St Tropez", simbolo di un'epoca). Ma a partire dall'arrivo della musica beat, l'artista napoletano viene a trovarsi tra i cantanti "superati". "Dire che negli anni '50 facevo ballare i giovani rompendo con la tradizione napoletana, con pezzi come 'Voce e' notte'. Ma ammetto che feci anche scelte discografiche sbagliate, facilitate da una crisi privata". Ecco quindi, che a metà degli anni '60 Di Capri si ritrova..."a terra. Così, all'improvviso, dopo anni di successi. Nel 1963 la casa discografica aveva rinnovato il contratto a me e alla mia band con 300 milioni, una cifra da far impallidire le star di oggi come Ramazzotti. Eppure, nel '66 ero già senza una lira e come svuotato dentro, con il forte contributo dell'avvento dei Beatles e della delusione sentimentale seguita al matrimonio con Roberta. Poi, all'inizio degli anni '
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sabato 28 giugno 2008
Peppino di Capri - Champagne
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